Eliminare al più presto gli ostacoli burocratici sulla fecondazione assistita.

A numerose coppie dell’Emilia-Romagna che stanno effettuando trattamenti di procreazione medicalmente assistita, è stato comunicato che da dicembre 2017 i trattamenti non sarebbero stati più erogati a carico del servizio sanitario nazionale, nelle coppie che avessero già eseguito 3 cicli e nelle coppie con donne di 43 o più anni.
Il problema sorge in quanto da gennaio 2017 il Governo ha definito i nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) e tutte le prestazioni necessarie nelle diverse fasi del percorso di procreazione medicalmente assistita. Le novità previste, però, sono subordinate all’entrata in vigore delle disposizioni in materia di assistenza specialistica ambulatoriale.
Tra le novità, il fatto che le prestazioni saranno quindi erogate a carico del SSN in regime di assistenza specialistica ambulatoriale. Inoltre il limite dell’età delle donne per l’accesso ai trattamenti passerà da 43 a 46 anni e il numero massimo di cicli che potranno essere effettuati nelle strutture sanitarie pubbliche passerà a 6.
Queste persone che stanno magari da lungo tempo inseguendo il sogno di formare una famiglia, per questioni burocratiche, hanno dunque dovuto sospendere un percorso lungo e molto delicato per cui ho sottoscritto una risoluzione in cui si chiede alla Giunta di agire nei confronti del Governo, al fine di rendere definitivamente operativi i nuovi LEA nella parte sulla procreazione medicalmente assistita e di fare in modo che la Regione Emilia-Romagna adotti immediatamente tutti gli atti possibili di propria competenza per riuscire a rendere concrete le possibilità previste.

LEGGI LA RISOLUZIONE: 6202

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *