Interruzioni volontarie di gravidanza: occorre proseguire nelle politiche di prevenzione e migliorare l’accesso ai servizi.

I dati 2015 sulle interruzioni di gravidanza in regione presentano una diminuzione delle richieste.

Nelle Commissioni Parità e Politiche per la salute è stata presentata l’Informativa dell’Assessorato su Andamento dell’interruzione volontaria di gravidanza Dati 2015.  Le analisi illustrate nascono dal flusso informativo delle Interruzioni Volontarie di Gravidanza, che la Regione Emilia-Romagna raccoglie per conto di ISTAT e che comprende i dati di tutte le interruzioni volontarie effettuate presso le strutture sanitarie della regione.

L’esperienza dell’interruzione della gravidanza è una scelta intima e profonda che va rispettata nel suo aspetto umano e legislativo. Il dato positivo riconferma la lieve, ma costante diminuzione delle interruzioni di gravidanza in regione, con un calo percentuale tra il 2006 e il 2015 del 27,5%; il numero è sceso sotto quota 10.000 a partire dal 2012 e non succedeva dal 1979. Si tratta di un calo accompagnato da politiche regionali serie che riguardano la revisione degli aspetti organizzativi del percorso assistenziale per l’IVG, con particolare attenzione all’accoglienza e alla qualità della consulenza offerta; la rimodulazione della consulenza contraccettiva nel percorso nascita; la somministrazione di contraccettivi nelle fasce di popolazione a rischio; interventi di offerta attiva nei contesti di vita; promuovere nuove modalità di educazione alla salute sessuale e riproduttiva per i giovani; utilizzo della mediazione linguistico-culturale; migliorare l’accesso ai servizi anche alle fasce di popolazione debole; formazione dei professionisti sulle tematiche emergenti.

Non tutte le province hanno le stesse caratteristiche di prevenzione e offerta del servizio, anche perchè a 40 anni dall’attuazione della L.194 abbiamo un sistema nazionale che si sta indebolendo, nonostante noi siamo tra le regioni di maggiore copertura, però ci rendiamo conto che i diritti acquisiti devono essere difesi ed è nostro dovere tenere alta l’attenzione su questo. Dobbiamo quindi continuare nella vigilanza dell’offerta del servizio pubblico nel rispetto delle donne e delle loro volontà.

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