La Regione ha chiesto al Governo italiano di occuparsi dei problemi dei lavoratori frontalieri.

Al centro i diritti degli italiani che ogni giorno attraversano la frontiera di San Marino.

Sui lavoratori transfrontalieri ho presentato la risoluzione che mi ha visto come prima firmataria, e che l’Assemblea legislativa regionale ha fatto propria, con la quale si chiede di coinvolgere il Governo italiano nella soluzione dei tanti problemi che gravano sui lavoratori del riminese (e non solo) che prestano la propria attività nella confinante repubblica di San Marino.
Sulla stampa, negli ultimi giorni,  sono apparsi degli articoli che riguardano un progetto di legge del Governo sammarinese sulla differenziazione del peso contributivo per le imprese che dovessero assumere un lavoratore italiano. Questi peserebbe il 7% in più rispetto a un omologo sammarinese e dunque saremmo di fronte ad una vera e propria discriminazione inaccettabile che metterebbe a rischio il percorso di avvicinamento dello Stato di San Marino all’Unione europea.
Inoltre il Consiglio sindacale interregionale San Marino, Emilia-Romagna e Marche fa giustamente notare che nello stesso progetto di legge non si fa cenno alla possibilità di stabilizzazione contrattuale per i lavoratori frontalieri che già soffrono di ulteriori discriminazioni in caso di perdita del posto di lavoro.
Per questo mi auguro che il Governo sammarinese ripensi a questo provvedimento inserendo i doverosi riconoscimenti legislativi per i lavoratori frontalieri e tolga le parti evidentemente discriminatorie.

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