Lotta Onu a grassi e sale. La Regione difende le eccellenze agroalimentari dell’Emilia-Romagna.

No a decisioni che provocano allarme e rischiano di cancellare processi produttivi basati su qualità e controlli.

No a decisioni che rischiano di cancellare processi produttivi basati su qualità e controlli, alla base delle eccellenze agroalimentari dell’Emilia-Romagna. L’Organizzazione mondiale della sanità e l’Onu hanno dichiarato guerra a diabete, cancro e malattie cardiovascolari: malattie non trasmissibili i cui morti dovranno essere ridotti di un terzo nel 2030. E fra i comportamenti sotto accusa ci sono quelli alimentari. Per le due organizzazioni, nelle diete delle persone dovranno essere ridotti grassi saturi, sale, zuccheri e alcol. Nel mirino rischiano di entrare anche i prodotti a più alta qualità del Made in Italy come, ad esempio, il nostro Parmigiano reggiano e il Prosciutto di Parma, e altri pilastri della dieta mediterranea riconosciuta da sempre come la più salutare. Il 27 settembre è fissato un incontro alle Nazioni Unite dove andrà ai voti una proposta targata Onu che potrebbe prevedere nuove e pesanti tasse sui prodotti alimentari contenenti grassi, sale e zuccheri e l’inserimento di avvisi di pericolo sulle confezioni.

Sono fortemente contraria e presenterò una Risoluzione a una simile criminalizzazione generica che non tiene conto delle modalità e dei disciplinari produttivi come quelli delle nostre 44 Dop e Igp. Affermazioni che creano inutili allarmismi sulla popolazione senza informare correttamente sul giusto apporto di nutrienti da inserire in una dieta equilibrata e sana. E siamo anche contrari a ogni tipo di etichettatura a semaforo che si basa semplicemente sul mero contenuto in zuccheri o grassi. L’Emilia-Romagna da sempre è all’avanguardia nella qualità delle produzioni e a difesa della salute dei cittadini, con riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Ci batteremo in ogni sede contro provvedimenti chiaramente eccessivi e pericolosi, a cominciare dalla Conferenza delle Regioni italiane, ma anche attraverso la Rete europea Arepo (Associazione delle Regioni europee per i prodotti di origine) e siamo certi che il nostro Governo non accetterà approcci approssimativi di questo tipo.

 

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