Sport. Nadia Rossi dall’Emilia-Romagna sollecita la riforma del professionismo sportivo. “Dopo l’ufficialità dell’istituzione del ‘Fondo per il sostegno alla maternità delle atlete’, prosegua l’iter per riconoscere le atlete come professioniste”

 “In Italia solo chi pratica calcio, ciclismo, basket o golf può ambire a farne una professione: Questa possibilità, peraltro, è ristretta solo agli atleti maschi. Una vera e propria discriminazione che penalizza chi pratica altre discipline ed in particolare le donne, per le quali è del tutto preclusa la possibilità di essere riconosciute atlete professioniste” denuncia la consigliera regionale Pd Nadia Rossi, che rincara – È un passo falso se si intende la promozione della pratica sportiva come la promozione, più in generale, del benessere, della salute, dei sani stili di vita. Penso che l’Italia quindi debba fare di più per superare lo status quo”.

Proprio da qui muove il documento di Nadia Rossi, una risoluzione che la commissione Parità dell’Assemblea Legislativa regionale ha approvato oggi all’unanimità, che richiama l’attenzione su questo tema.

“Possibile che la legge non riconosca a una donna la possibilità di diventare professionista, godendo dei diritti che spettano ai lavoratori? – si chiede Nadia Rossi – Addirittura è solo di pochi giorni fa l’ufficialità dell’istituzione di un ‘Fondo per il sostegno alla maternità delle atlete’ finanziato dall’Ufficio per lo Sport del Governo. Finalmente alle atlete viene almeno riconosciuto un piccolo sostegno alla maternità. Ma non basta: manca una vera riforma che riconosca il lavoro sportivo per tutte e per tutti. Garanzie e coperture previdenziali, assistenziali, infortunistiche, di sostegno alla genitorialità. Il Senato ha già discusso e votato una proposta di riforma del settore, che adesso è ferma in attesa di un nuovo input parlamentare e governativo. Mi auguro che il documento che abbiamo approvato lanci quindi un segnale per sbloccarne l’iter e che da una Regione come l’Emilia-Romagna, che si è recentemente dotata di una norma quadro per sostenere lo sport ad ogni livello e a ogni età, il messaggio arrivi con ancora più determinazione”.

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