Concessioni balneari, dalla Regione la richiesta al Governo di intervenire per sbloccare l’impasse

Nadia Rossi (Pd): “La Lega vota contro la necessità di procedere con i decreti attuativi. Fratelli d’Italia non partecipa alla discussione né al voto. Mettere a rischio l’intero comparto del turismo balneare solo per difendere il Governo per loro evidentemente non è un problema”

In Commissione Politiche economiche del Consiglio regionale emiliano-romagnolo si è affrontata la questione delle concessioni balneari grazie ad una risoluzione presentata dalla Consigliera regionale Nadia Rossi, approvata senza il sostegno delle forze di destra.

“Il gruppo della Lega ha votato contro la richiesta di accelerare con la definizione dei decreti attuativi per le gare, presentando un emendamento completamente sostitutivo e continuando a chiedere una ennesima e già esistente mappatura delle spiagge italiane. Il gruppo di Fratelli d’Italia  invece non è dato sapere cosa pensi, visto che non ha partecipato né alla discussione né al voto. Evidentemente per loro non è un problema mettere a rischio l’intero comparto del turismo balneare solo per difendere il Governo” incalza la consigliera dem.

“La Commissione europea ha dato altri due mesi di tempo al governo per capire come intenda rimediare alla situazione senza incorrere nella procedura d’infrazione. La stessa Commissione dice anche che i dati del ministero rivelano che il 50% delle coste italiane è occupato da stabilimenti, con picchi regionali, in particolare Liguria, Campania ed Emilia-Romagna, fino al 70%, pertanto le risorse naturali a disposizione di nuovi potenziali operatori economici sono scarse, in alcuni casi addirittura inesistenti. Dopo anni di inerzia è il momento di prendere una posizione, emanare i decreti attuativi per le nuove gare e prendersi la responsabilità di delineare una riforma complessiva della materia” continua Rossi, che spiega “anche dopo la recentissima pronuncia della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di Silb Confcommercio e Regione Abruzzo per un vizio procedurale, quindi senza valutare il merito della questione, nulla cambia sul piano dell’incertezza in cui versano famiglie, imprese, migliaia di lavoratori e un settore che in Romagna è tradizione, investimenti, qualità”.

È a queste persone che il Governo deve dare una risposta, partendo ad esempio dalle indicazioni delineate dalla Regione Emilia-Romagna insieme alle associazioni di categoria, agli enti locali e alle altre Regioni: prima fra tutte la necessità di riconoscere il valore aziendale delle imprese balneari e degli investimenti fatti. Sono 1.500 le imprese coinvolte sul nostro territorio e Riviera emiliano-romagnola è conosciuta nel mondo per le sue spiagge, per l’accoglienza e i servizi. Questo patrimonio non va disperso rinviando le decisioni e lasciando il settore nell’incertezza”. La consapevolezza è che le gare vadano fatte, inserendole nel quadro della legislazione europea. “Serve una riforma complessiva e va fatta con estrema urgenza. Parallelamente serve promulgare i decreti attuativi sui bandi, altrimenti in mancanza di criteri precisi i comuni procederanno in ordine sparso nell’indire le gare. In queste condizioni siamo proprio all’ultima spiaggia” ripete Rossi in conclusione.

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