Interrogazione sulla violenza sulle donne. Sgomento per l’alto numero di denunce, servono azioni di sistema.

Desta sconcerto e preoccupazione la quotidianità con cui i media nelle ultime settimane hanno riportato episodi di violenza e molestie nei confronti delle donne. Un fenomeno che si alimenta di una concezione arcaica per cui la donna è oggetto di possesso e privo di dignità propria. L’alto numero delle denunce è senz’altro il segnale positivo di un clima che sta cambiando, ma la guardia va tenuta alta e per questo ho presentato un’interrogazione alla Giunta dell’Emilia-Romagna in quanto capogruppo PD in Commissione regionale parità.

In un contesto imperniato sulla superficialità delle relazioni come quello in cui viviamo oggi, la violenza di genere si combatte imparando in famiglia e nei luoghi della socialità il rispetto per ogni essere umano. Fondamentale in questo è un’assunzione di responsabilità dei media, che troppo spesso veicolano stereotipi degradanti e linguaggi che banalizzano la quotidianità della violenza, quasi a renderla consueto rumore di sottofondo.

La nostra Regione con la legge regionale 6 del 2014 ha scelto un approccio organico al tema della parità e del contrasto alla violenza di genere. Grazie alla legge lo scorso anno è stato adottato il Piano Regionale contro la violenza di genere che declina in maniera sistematica ed organica una serie di azioni di prevenzione, protezione, supporto alle vittime e recupero degli autori di violenza, in ciò riconoscendo il ruolo primario svolto dalle scuole. Ad un anno dall’approvazione del Piano – conclude Nadia Rossi – con la mia interrogazione chiedo alla Giunta quali azioni previste dal Piano siano state messe in atto e quali i risultati finora conseguiti. Chiedo inoltre informazioni su collaborazioni in corso con altri Istituti o con l’Ufficio scolastico regionale e quali azioni sono previste per arrivare ad una collaborazione sempre più stretta con le istituzioni educative, a partire dalle scuole, sui temi della lotta alla violenza di genere.

LEGGI L’INTERROGAZIONE: 5569

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