Contrasto alla violenza sulle donne, a inizio 2024 arrivano 275mil euro ai centri antiviolenza e alle case rifugio in provincia di Rimini

Nadia Rossi (Pd): “Ripartiti i fondi nazionali che si aggiungono a quelli investiti dalla Regione Emilia-Romagna”

In Emilia-Romagna arrivano oltre 2,5 milioni di risorse nazionali per rafforzare la rete delle Case e dei Centri antiviolenza. “Una rete che conta su 23 centri e 55 case rifugio nel territorio regionale, e che in Emilia-Romagna consideriamo un punto di riferimento essenziale per il contrasto alla violenza di genere” richiama la consigliera regionale Pd Nadia Rossi. In questo caso, si tratta di fondi nazionali ripartiti tra le Regioni italiane: nel 2023 sono 600mila euro più di quelli su cui abbiamo potuto contare lo scorso anno.

“In provincia di Rimini sono assegnati 275mila euro, ripartiti tra i Comuni di Rimini, Cattolica e l’Unione dei Comuni della Valmarecchia. Di questa somma, 102mila euro sono destinati ai centri antiviolenza, i restanti 173mila alle case rifugio” riporta la consigliera dem.

“In tema di contrasto alla violenza di genere, oltre ai fondi nazionali, segnalo come sia la Regione Emilia-Romagna a fare l’investimento più significativo tramite risorse proprie – puntualizza Rossi – Abbiamo già superato i 20 milioni di investimento complessivo per le politiche a tutela delle donne e minori vittime di violenza, per quelle di rafforzamento dell’autonomia e autodeterminazione femminile e per quelle di prevenzione e sensibilizzazione sul tema”. “Appena una settimana fa, in sede di approvazione del bilancio regionale 2024 – prosegue Rossi – come Gruppo Pd abbiamo presentato e approvato due emendamenti che servono a stanziare complessivamente 550mila euro per i centri antiviolenza regionali e per quelli che prendono in carico gli uomini maltrattanti”.

“Penso sia utile sottolineare l’importanza della prevenzione. – commenta in conclusione la consigliera regionale – Il Governo e il centrodestra puntano esclusivamente alla repressione che, lo dicono i numeri delle denunce ma soprattutto dei femminicidi, non sta funzionando. Siamo di fronte a un tema culturale e non si può ignorare la richiesta fortissima che da tutt’Italia viene rivolta alla politica per un investimento serio nel cambiamento di approccio al tema della violenza di genere”.

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