Legalità, nota di Nadia Rossi (Pd): “Polemica pretestuosa innescata dalla Sindaca Tosi di Riccione sul riutilizzo dell’Hotel Smart e dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata”

Leggo la polemica imbastita ad arte dalla sindaca Renata Tosi sul riutilizzo dell’Hotel Smart e sul ruolo dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata, di cui Riccione fa parte da anni, e non posso che rimanere esterrefatta. Mi sembra chiaro che la Sindaca confonda i piani e voglia trasformare anche la lotta alla mafia, che dovrebbe vedere tutti uniti, in una lotta politica.
 Mi si permetta di spezzare una lancia in favore dell’Osservatorio, eccellenza del nostro territorio che ha il compito – e lo svolge con concretezza – di studiare, analizzare, sensibilizzare la cittadinanza sui fenomeni emergenti in termini di rischi sulla criminalità, non di gestire o intervenire sui beni confiscati nel territorio. Tenere la luce accesa sul radicamento di forme imprenditoriali illecite è fondamentale, ma è prerogativa delle Istituzioni locali tenere conto delle informazioni del monitoraggio dell’Osservatorio per poi porre in essere azioni adeguate che permettano di restituire il maltolto alla collettività.

Ecco, questo la Sindaca Tosi non l’ha fatto: l’Hotel Smart è entrato nel patrimonio indisponibile del Comune di Riccione per mezzo dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, ormai quattro anni fa. Da allora le “misure concrete a favore dei territori che hanno il diritto di riappropriarsi dei beni della criminalità organizzata”, per citare i suoi slogan, ci sono state, sia nazionali che regionali. Esempio lampante è il Testo unico sulla legalità approvato nel 2016 dalla Regione Emilia-Romagna che prevede all’art. 19, la possibilità di interventi regionali anche economici a sostegno delle amministrazioni locali che hanno avuto, come Riccione, l’assegnazione di beni immobili confiscati. Oppure ancora sarebbe bastato fare ricorso agli importanti finanziamenti messi a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che già nel 2017 prevedeva fondi per milioni di euro proprio per la riqualificazione degli immobili confiscati da restituire alla collettività.

Nel complesso le risorse finanziarie da utilizzare per la valorizzazione dei beni confiscati sono quindi molteplici, basta volerle intercettare presentando progetti degni di territori che fanno della lotta alla criminalità una priorità. Peraltro, piuttosto che lanciare la palla alla Regione che non è deputata a tali scelte, la sindaca dovrebbe verificare, come correttezza istituzionale le impone, la fattibilità delle sue proposte – ad esempio quella del parcheggio sbandierata sui giornali – con l’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati. E segnalo alla Sindaca e all’assessora alla sicurezza del Comune di Riccione nonché Deputata della Repubblica Elena Raffaelli, nel caso fosse sfuggito: anche nel “PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza” sono stati stanziati 300 milioni di euro che possono essere utilizzati anche per queste finalità. I fondi ci sono: sarebbe quindi il caso si abbandonassero polemiche sterili facendo rimbalzare la responsabilità su altri e si iniziasse a lavorare per il bene della comunità riccionese. È chiaro che sia più facile demolire piuttosto che costruire, ma un’amministrazione che ama la sua città dovrebbe restituire ricchezza sociale ed umana alle future generazioni.

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