Identità alias, via libera in Commissione regionale Parità alla risoluzione per individuare buone prassi e uniformare le procedure di riconoscimento

Rossi (Pd): “Dalla Regione una volontà politica chiara per garantire la libertà e l’autodeterminazione”

Per identità alias, ma anche per carriera alias e profilo alias, si intende una procedura amministrativa basata sull’accordo tra ente e individuo, che prevede la possibilità di modificare in registri e atti interni il nome anagrafico con quello che la persona ha scelto per se stessa.

“Un riconoscimento importante all’interno di un percorso di affermazione della propria identità di genere, che le istituzioni devono tutelare e sostenere con previsioni condivise e certe. Penso alle realtà che lo prevedono già: le università come quelle di Bologna, un liceo precursore a Ravenna, alcune aziende come Start Romagna o Cidas di Ferrara. Esempi virtuosi che però attuano queste politiche con procedure differenziate e autonome. – spiega la consigliera regionale Nadia Rossi, che ha firmato e votato la risoluzione sul tema presentata dal collega Amico – Credo sia necessario uniformare queste procedure, per garantire spazio a tutte le persone che intraprendono questa strada, possibile anche senza aver iniziato il percorso di riassegnazione di genere, considerato che le domande di accesso all’identità alias sono tra l’altro in costante aumento”.

La risoluzione chiede di individuare buone prassi anche attraverso il coinvolgimento di ANCI, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani e dell’Osservatorio sulle discriminazioni istituito con la LR 15/2019.

“Quello dell’identità di genere dovrebbe essere argomento trasversale tra le forze politiche, perché si tratta di civiltà e di stare al passo con i cambiamenti della società. Purtroppo, in Commissione abbiamo visto i soliti leghisti nostrani opporsi con forza alla risoluzione, con un atteggiamento ostativo verso questi temi. Eppure, ci sono amministratori di quel colore politico attenti alla libertà e all’autodeterminazione: penso ad esempio all’aborto o all’eutanasia, o, per citare il presidente della Regione Veneto Zaia, ‘all’omofobia come patologia’. Un testo come quello che abbiamo approvato in Commissione regionale Parità esprime una volontà politica chiara in Emilia-Romagna: quella di uniformare il riconoscimento delle identità alias” conclude Nadia Rossi.

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